NATURA, ARTE E UOMO UN RAPPORTO INDISSOLUBILE

La natura, con le sue forme e colori, provoca da sempre stupore e un senso di meraviglia nell’uomo. È capace di modificare lo stato d’animo degli uomini, infondendo un senso di serenità e quiete, o viceversa inquietudine. Nei secoli l’uomo ha cercato di raffigurare l’immensità della sua bellezza attraverso i modi più vari. A partire dalle pitture rupestri, nelle quali gli uomini dell’antichità dipingevano le pareti delle loro caverne con animali e motivi vegetali. A questo proposito alcune iscrizioni davvero molto interessanti si trovano proprio nei pressi del bosco commemorativo di Boschi Vivi, attorno al Monte Beigua, nei comuni di Urbe e Sassello (per approfondire link).

Dall’antica Grecia a Roma, gli affreschi rappresentavano paesaggi, piante e alberi all’interno degli edifici, rimarcando non solo la ricchezza delle famiglie ma anche la magnificenza della natura.

Nel Medioevo l’arte si concentra sugli insegnamenti morali e religiosi, tutto è avvolto da misticismo e la natura non fa eccezione. Durante il Rinascimento invece si ribalta la situazione, l’uomo è artefice del suo destino e la natura diventa lo sfondo dell’azione umana.

Durante la stagione romantica il rapporto tra uomo, arte e natura fa un notevole passo avanti. Nel XVIII secolo la natura è per gli artisti una grandissima fonte di ispirazione. Essa è considerata come espressione del divino in terra e fonte dei valori più autentici e viene rappresentata soprattutto per la sua capacità di suscitare emozioni.

Con la prima e soprattutto con la seconda rivoluzione industriale cambia ogni cosa. Si modifica il rapporto dell’uomo con la natura e con esso anche le rappresentazioni artistiche. Il rapporto si è invertito, non è più l’uomo a dipendere dalle regole della natura, ma è la natura sottomessa alle esigenze dell’uomo. Emerge così un sentimento di smarrimento e un bisogno di ritrovare una connessione con gli elementi della natura.

Dalla fine degli anni Sessanta del Novecento, contemporaneamente alla diffusione del tema della salvaguardia dell’ambiente in campo scientifico e politico, gli artisti maturano nei confronti della Natura un pensiero che si distacca dal concetto tradizionale di modello e li spinge a definire la Natura stessa come protagonista, come opera d’arte. Appare la Land Art, una nuova forma d’arte in cui l’artista interagisce con la natura stessa. L’artista agisce direttamente sul territorio, lavorando sugli elementi naturali che già sono presenti. Si tratta di opere d’arte effimere, destinate a non durare nel tempo, a significare che l’uomo è un essere estremamente piccolo di fronte all’eternità della natura.

Nell’ultimo periodo l’arte diventa portavoce dell’idea di sviluppo sostenibile, solleva dibattiti e punta a sensibilizzare la società su temi sempre più urgenti. Ci auguriamo che sempre più artisti trovino la propria chiave di lettura e di espressione per portare avanti la lotta per la salvaguardia del nostro pianeta.